Dopo 2 anni e 1/2 dall’inizio della pandemia proviamo ad immaginare il futuro basandoci però solo sui fatti certi che conosciamo fino ad ora.
Omicron. Sfuggente come un’anguilla
La variante BA.1 è stata identificata inizialmente in Sudafrica nel novembre 2021, diffondendosi rapidamente in tutto il pianeta e soppiantando tutte le altre varianti. Da allora sono emerse altre varianti e sottovarianti (le più comuni si chiamano BA.1.1, BA.2, BA.4, BA.5, BA.2.12.1).
Ognuna di queste varianti possiede una capacità di replicazione migliore rispetto a quella precedente con mutazioni più numerose collocate particolarmente nella regione della spike (la zona del virus che si attacca alla cellula umana) – vedi post 56.
Sfortunatamente, l’infezione con una delle varianti Omicron non garantisce la immunità contro altre sottovarianti (pertanto chi ha contratto la BA.1 può infettarsi con la BA.2.12.1 o con la BA.5).
Dopo qualche mese sono comparse altre varianti (BA.4 e BA.5) ancora più trasmissibili e con mutazioni differenti.
Dalla Omicron possono scaturire altre sottovarianti: ad esempio la BA.2 ha dato origine ad una sottovariante BA.2.75 e così via.
Malgrado le varianti Omicron del virus SARS-nCov2 si concentrino maggiormente nelle alte vie respiratorie ed in minor misura a livello polmonare il rischio di polmonite non è scomparso ma solo diminuito e con diversi milioni di persone non vaccinate o con patologie concomitanti i ricoveri sono tornati a salire e con loro anche i decessi.
Quanto velocemente evolvono le varianti
Come avvenuto in altri post ritengo che uno dei migliori report sul tracciamento genetico delle varianti sia quello inglese. Il 22 luglio 2022 è uscito l’ultimo Technical Briefing:

In questo documento viene riportata la mappa aggiornata delle varianti dominanti e della loro diffusione nel tempo. Ovviamente il grafico si rifà alla situazione inglese ma la evoluzione delle varie varianti non è dissimile da quanto avvenuto in Italia.
L’asse orizzontale è il tempo (parte dal 1 febbraio 2021 quando era ancora dominante la variante alfa e si era iniziato da pochi mesi a vaccinare). In altezza è indicata la percentuale di campioni esaminati appartenenti ad una determinata variante.
Io ho aggiunto il nome delle varianti dominanti nel tempo per facilitare la lettura.

Il dominio della delta è stato il più lungo da quando è stata rilevata per la prima volta in India nell’aprile 2021. La variante Gamma (ed in minor misura la Beta che non è indicata) ha avuto un breve periodo di presenza, sempre però dominata dalla variante delta che era molto più trasmissibile. Ricordiamo però che la variante Gamma ha provocato migliaia di morti in Brasile (Manaus fu la città più colpita), vedi post 67.
A novembre 2021 è comparsa la variante Omicron (vedi post 87) che da allora non è stata più sostituita se non da varianti dello stesso gruppo. La variante originaria (in verde) è stata sostituita con la BA.2, poi per breve tempo è comparsa la la BA.4 ed infine la BA.5 ha preso il sopravvento.
Vi sono due aspetti rilevanti che si desumono da questa figura:
- la rapidità con la quale una variante sostituisce l’altra
- il fatto che la Omicron è l’unica variante che si è sviluppata all’interno di ampie fette di popolazioni vaccinate.
Quale variante ci aspetta?
Nessuno può saperlo. Ma la previsione dei ricercatori inglesi è chiara: attualmente la BA.5 dominerà la scena con tutte le sue sottovarianti:

Come si può vedere alla fine del mese di giugno è verosimile che solo una sottovariante della BA.2 sopravviverà ma sarà probabilmente scalzata da BA.5 e dalle sottovarianti di essa.
Questo, ancora una volta, per lo stesso motivo: maggiore velocità di diffusione. Nella figura successiva si può apprezzare che la BA.5 e le sue “figlie” hanno una velocità di crescita maggiore del 45-60% rispetto alla variante BA.2 e sono avvantaggiate anche rispetto alla BA.4.

Infezioni, ricoveri e decessi
Come sempre è avvenuto, la comparsa delle varianti avviene nei diversi Paesi con un certo ritardo tra l’uno e l’altro.
Nessuno dimenticherà il fatto che quando in Italia è comparso il primo caso di COVID-19, Francia, Germania ed Inghilterra non erano ancora nella nostra situazione. Allo stesso modo la variante Alfa comparve prima in Inghilterra diffondendosi rapidamente nel resto d’Europa. Così è avvenuto anche per la Delta, comparsa prima in India e solo successivamente nel resto del mondo.
Le varianti Omicron sono state invece caratterizzate da una diffusione Ovest-Est: prima i Paesi europei e successivamente quelli asiatici. Attualmente la Cina, dopo aver messo in lockdown Shangai ed altre megalopoli a causa delle prime varianti Omicron, sta per affrontare la BA.5 che da noi è già predominante.
Le infezioni registrate nel grafico successivo prendono in esame solo 3 Paesi (Italia, UK e Giappone) ed evidenziano come nel Paese asiatico le infezioni stiano salendo molto rapidamente mentre nei due Paesi europei si vede già una discesa (la scala è logaritmica).
Nel grafico ho aggiunto i periodi in cui le diverse varianti dominavano la scena (nei primi mesi nel 2020 il ceppo era quello originario di Wuhan).

Il no-vax incallito punterebbe il dito contro questo grafico esclamando “lo sapevo! Ecco la dimostrazione che i vaccini non servono! E’ tutta una manovra pluto-massonica dei sette Savi di Sion! Ci sono più infezioni ora che quando la pandemia è iniziata!”
Caro congiuratore, sbagli. Quello che ci ha portati al lockdown non sono le infezioni ma le conseguenze di tale contagio.
Se moltissime infezioni portano a meno ricoveri e meno infezioni a moltissimi accessi in ospedale il numero di infezioni è un parametro molto fuorviante.
Ed ecco la dimostrazione:

La figura evidenzia 4 Paesi europei (Italia, Francia, Spagna e UK) in diversi periodi da inizio pandemia ai giorni nostri. Sono indicati i pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID-19. Sono evidenti i seguenti aspetti:
- La notevole differenza tra i ricoveri a inizio pandemia, durante la ondata della Alfa e della Delta rispetto alla ondata Omicron
- Il fatto che i ricoveri attuali (quindi con la variante BA.5 dominante) sono ancora più bassi della prima fase Omicron
- Non va dimenticato che mentre nelle prime 3 ondate vi erano fortissime limitazioni (lockdown, obblighi di mascherine, chiusure di alcuni esercizi commerciali nei festivi, discoteche etc) nella fase di dominio della Omicron molte di queste misure non erano più attive.
- Infine, se qualcuno volesse ancora rilevare che comunque il numero di ricoveri in rianimazione è comunque ancora alto anche nel periodo in cui molti erano vaccinati dobbiamo rammentare che chi è finito in ospedale ed in rianimazione per polmonite da COVID-19 era spessissimo un NON vaccinato. Il paragrafo successivo analizza questo aspetto.
Vaccini
Le mutazioni presenti nelle varianti Omicron comportano anche una parziale evasione dalle difese immunitarie comprese quelle attivate dai vaccini. Questo era già evidente dai primi studi comparsi a Novembre 2021. Due dosi di vaccino Pfizer ad esempio forniscono una scarsa protezione contro l’infezione sintomatica con il passare dei mesi. Tale protezione però aumenta sensibilmente con la dose booster (la 3a dose)1. L’aspetto negativo è che questa protezione dalla infezione sintomatica decade nel tempo anche dopo la terza dose.
Questo però non significa che il vaccino non serva. Lo scopo del vaccino non è evitare le infezioni ma evitare le forme gravi che portano ad ospedalizzazione o a morte. Chi critica l’efficacia dei vaccini basandosi sulla scarsa protezione dalla infezione non comprende che tutti i vaccini hanno un unico scopo: ridurre i ricoveri, evitare conseguenze permanenti della malattia e ridurre i decessi.
L’aspetto molto positivo anche di questo vaccino è che la protezione del vaccino contro la malattia severa, compresa l’ospedalizzazione e la morte, dura invece nel tempo. Ma è necessario effettuare tutte le dosi previste.
La pubblicazione periodica dell’Istituto Superiore di Sanità del 22 luglio analizza la situazione dello stato vaccinale e della sua protezione:

Il grafico successivo suddivide l’efficacia del vaccino a seconda di 4 fasce di età per la incidenza di malattia severa (da richiedere pertanto l’ospedalizzazione).
- la linea rossa rappresenta i non vaccinati
- la linea azzurra i vaccinati con due dosi (la seconda da meno di 120 giorni)
- la linea gialla i vaccinati con due dosi ma la seconda da più di 120 giorni
- la linea blu scura i vaccinati con il booster (terza dose)
Indipendentemente dalla fascia di età i non vaccinati sono sempre quelli a rischio maggiore.

Pertanto, come analizzato da ISS, l’efficacia della vaccinazione (due dosi + booster) rispetto ai non vaccinati nel prevenire la malattia severa è ancora dell’85%.
Chi non si vaccina rischia circa 4 volte di più di essere ricoverato o di morire per COVID-19 se contrae l’infezione.
Anche se si prende la Omicron.
Ma allora perchè la quarta dose?
Il motivo di riservare una quarta dose ai soggetti estremamente fragili ed anziani ed a quelli gravemente immunocompromessi si basa sul fatto che in questi soggetti il sistema immunitario è meno efficiente. Ciò espone il soggetto a maggiori rischi di ospedalizzazione e morte. Lo studio israeliano dimostra chiaramente tale beneficio 2.
Non vi sfuggirà inoltre che l’Italia in particolare è il secondo Paese del Mondo come numero di anziani. Quindi è chiaro che noi rischiamo di più di un Paese come la Nigeria che ha una età mediana di 18 anni (mentre la nostra è quasi di 50).
Con oltre 14 milioni di ultra65enni non possiamo certo lesinare su vaccini e dose booster.
Il motivo di estendere recentemente la quarta dose alla popolazione ultrasessantenne ha anche lo scopo di aumentare la protezione contro la infezione che avviene nei primi mesi dopo la inoculazione. Anche se la percentuale di ricoveri sul totale delle infezioni rimane più basso rispetto alla variante Delta, troppi casi possono generare un numero maggiore di ricoveri in numeri assoluti. Considerate che, ad esempio in Italia, esistono ancora moltissime persone non vaccinate. Anche se essi si ritengono invincibili, vaccinare con il booster e/o con la quarta dose più persone possibile riduce la loro probabilità di finire in ospedale e consente a molti milioni di persone di non trovare i servizi sanitari intasati.
In Italia vi sono infatti quasi 7 milioni di persone non vaccinate (per l’esattezza dai dati ISS al 22 luglio 2022: 6.850.521). Pertanto il timore di una impennata di ricoveri (al netto di nuove varianti che non possiamo escludere) in concomitanza della riaperture di scuole e uffici è più che giustificato.
Inoltre la vaccinazione protegge anche contro la sindrome “Long-COVID”, malattia invalidante successiva alla infezione, che comporta numerosi sintomi, stanchezza pronunciata, problemi di memoria e dolori diffusi.
Cosa aspettarsi per il futuro
A differenza di molti esperti che riempiono i palinsesti delle TV non lo so e nessuno in realtà lo sa.
Anche le pubblicazioni scientifiche riportano interpretazioni molto difformi tra loro.
Quello che è certo (ed anche tranquillizzante) è che:
- il vaccino che è stato inoculato a miliardi di persone è stato ricavato dall’acido nucleico della prima variante di Wuhan. Malgrado tutte le varianti successive l’efficacia protettiva di questo vaccino contro ospedalizzazioni e conseguenze gravi della malattia rimane molto elevata;
- Le nuove varianti Omicron si concentrano maggiormente nelle alte vie respiratorie. Questo fatto non annulla il rischio dei non vaccinati rispetto ai vaccinati ma mitiga l’impatto sui servizi ospedalieri di quasi 7 milioni di persone non ancora immunizzate;
- Il vaccino contro Omicron (versione BA.1) sarà disponibile in autunno ma è già in produzione. Questo è incredibile a soli 7 mesi dalla insorgenza della variante e fa ben sperare per il futuro (non molto tempo fa ci sarebbero voluti anni)
- La ricerca sta investendo moltissimo e vi sono pubblicazioni che aggiungono maggiori conoscenze sui meccanismi con il quali il virus agisce.
L’autunno che è alle porte sarà il primo in cui potremo dire se la pandemia ci sta lentamente lasciando oppure no.
Vedremo.
- Accorsi EK, Britton A, Fleming-Dutra KE, et al. Association between 3 doses of mRNA COVID-19 vaccine and symptomatic infection caused by the SARS-CoV-2 Omicron and Delta variants. JAMA. 2022;327(7):639-651. ↩
- Bar-On YM, Goldberg Y, Mandel M, et al. Protection by a fourth dose of BNT162b2 against Omicron in Israel. N Engl J Med. 2022;386(18):1712-1720. ↩
5 risposte
Una standing ovation per questo articolo è sufficiente? Grazie per questa bella disamina.
Troppo buono!
Complimenti e grazie
un plauso. ottimo articolo, chiaro, preciso, comprensibile anche per i meno esperti, tra i quali anch’io mi annovero.
Grazie a te!