Durante una epidemia l’aspetto che merita maggiore attenzione è quindi il tasso di crescita.
Nella prima fase della epidemia in Italia il tasso di crescita era elevatissimo. Molti altri Paesi, in cui l’epidemia si è diffusa a settimane di distanze dalla nostra, ha manifestato un identico andamento.
Il tempo necessario che deve intercorrere per raddoppiare i decessi non è sempre uguale. Esso si è modificato rispetto alle fasi iniziali e si modificherà ancora in futuro sia in Italia che nel resto del mondo.
I motivi per cui tale tasso si ridurrà progressivamente sono due:
- le misure di contenimento
- l’inevitabile aumento dei contagiati che farà si che il virus incontrerà un numero sempre maggiore di soggetti immuni. L’R0 (ovvero il tasso di contagiosità) si ridurrà così a livelli sempre più vicini a 1.
Come già visto in precedenza la differenza tra un aumento lineare ed un aumento esponenziale dei decessi è il seguente:
- se ho un aumento di 10 decessi al giorno l’aumento è lineare. Dopo 6 giorni avrò 70 morti
- se i decessi raddoppiano ogni giorno l’aumento è esponenziale. Dopo 6 giorni avrò 640 morti

Graficamente la differenza salta maggiormente all’occhio:

Quale è il tempo di raddoppio dei decessi attualmente (dati al 5 aprile)1 nel mondo e negli Stati più colpiti dalla epidemia?2

Il dato mondiale evidenzia un tempo di raddoppio dei decessi di 7 giorni. E’ un dato non affidabile. Nel dato mondiale abbiamo Paesi non attrezzati, che eseguono pochissimi tamponi, in cui la maggiorparte dei decessi non vengono inclusi tra quelli dovuti al SARS-nCov2 o che semplicemente vengono tenuti “nascosti” da parte dei regimi autoritari (es: Iran).
Più affidabili sono i dati dei Paesi elencati successivamente. L’Italia attualmente si collocherebbe su un tempo attuale di raddoppio dei decessi pari a 10 giorni (all’inizio era tra 2 e 3 giorni). La Spagna è sui 7 giorni. Stati Uniti, Francia e Inghilterra sono ancora sui 4 giorni. Per Olanda ed altri Paesi europei siamo ancora tra i 4 ed i 6 giorni. Il Brasile si trova nella medesima situazione.

Il Giappone e la Corea del Sud hanno i seguenti tempi di raddoppio (al 5 aprile 2020):


Ritornando al grafico già illustrato precedentemente (aggiornato al 26 marzo) e con questi ulteriori dati possiamo quindi valutare meglio quale sia la situazione. La scala è logaritmica. Dovete ricordare che se la linea è retta la situazione non è sotto controllo e c’è un tempo di raddoppio fisso ogni x giorni.
Il grafico riporta sull’asse delle ascisse il numero di giorni dal tempo 0 al giorno 35 della epidemia. Il tempo zero in questo grafico corrisponde al momento in cui si registra il decimo decesso accertato da SARS-nCov2. Viene quindi resa in scala logaritmica la evoluzione dei primi 35 giorni. I vari Paesi non hanno dovuto affrontare la prima fase della epidemia nello stesso momento (la Cina è stata la prima ad essere colpita, poi l’Italia, poi la Spagna ecc.).
In questo modo si rendono confrontabili le curve di evoluzione del numero dei decessi di questi Paesi nel primo mese.
Vi consiglio di stampare il grafico o di scaricarvi la immagine a pieno schermo per poter comprendere meglio le sue caratteristiche.

Dopo questa premessa addentriamoci nel grafico:
Le curve non hanno tutte la stessa estensione per un ovvio motivo: la data in cui il grafico è stato prodotto è il 26 marzo 2020. A quella data la Cina era ben oltre il 35° giorno dall’inizio della epidemia e per comodità si è troncato il dato. Dopo la Cina, l’Italia e l’Iran hanno le curve più prolungate in quanto alla data del 26 marzo questi Paesi erano a circa 30 giorni dal tempo 0. Gli USA al 26 marzo erano al 22° giorno dall’inizio della epidemia, Paesi come Spagna e Francia erano al 18° giorno e così via.
Per sapere a che punto si trova ogni Paese al 26 marzo, in termini di giorni intercorsi da questo tempo 0, basta tirare idealmente una retta perpendicolare dal punto terminale della curva fino all’asse delle ascisse.
Anche se in fase iniziale le curve sono molto vicine e difficilmente distinguibili, ognuna di esse ha determinate caratteristiche: le curve di Giappone e Corea del Sud “piegano” rapidamente intersecando la retta che indica un tempo di raddoppio di 7 settimane. La caratteristica della Corea del Sud, in particolare, è evidenziata dalla nota a fianco: “tamponi effettuati precocemente e su larga scala e con tracciamento hanno aiutato le autorità sanitarie a contenere l’epidemia”. Una lezione che sarà utile approfondire ulteriormente.
Anche la Cina “piega” la sua curva abbastanza rapidamente. La Cina (o meglio i cinesi) rispetto alla Corea del Sud e rispetto a tutti gli altri Paesi ha patito diversi handicap:
- Ha ignorato, ed anche sanzionato disciplinarmente i primi allarmi
- Si è trovata a fronteggiare per prima una malattia sconosciuta
- Ritardi nella esecuzione dei tamponi sono stati inevitabili dato che non si era neppure sequenziato il virus e quindi non vi erano test disponibili
- Wuhan, focolaio della epidemia, è una città con 11 milioni di abitanti, un “hub” aeroportuale e ferroviario al centro della Cina, in un periodo in cui milioni di persone si muovevano a ridosso delle festività del Capodanno cinese.
- Questi, ed altri motivi, rendono a mio parere sorprendente la curva dei decessi. In un Paese europeo la stessa situazione avrebbe determinato un disastro inimmaginabile.
Passiamo al primo Paese che avrebbe dovuto “imparare” dalla esperienza cinese: l’Italia. La curva grigia dell’Italia evidenzia una partenza “a razzo”. Siamo, fino al 15° giorno dallo scoppio della epidemia, assai più vicini al tempo di raddoppio ogni 2 giorni (linea tratteggiata “every 2 days”) che a quella dei 3 giorni (linea tratteggiata “every 3 days”). Il 15° giorno corrisponde alla “stellina” che rappresenta, per ogni Paese, il giorno del “lockdown”. Per il Financial Times questo giorno è l’11 marzo che coincide con la emanazione del Dpcm che chiude molto ma non tutto (attività produttive ancora aperte). Ecco la evoluzione dal 4 all’11 marzo:

Ogni due giorni i morti raddoppiano. Il dramma delle terapie intensive è simile: i ricoveri in terapia intensiva per COVID-19 passano da 295 (il 4 marzo) alla incredibile cifra di 1.028. In considerazione del fatto che i posti in rianimazione sono in Italia poco più di 5.000, i malati di COVID-19, in 15 giorni di epidemia, occupano già il 20% dei letti in rianimazione!
La linea, lentamente, inizia a inclinarsi maggiormente, anche se è solo dopo il decreto del 18 marzo (chiusura totale) che l’effetto sarà più marcato. Notiamo comunque un dato: dopo il “lockdown” italiano, ovvero dopo il 15° giorno, le curve di Italia e Cina continuano a divergere. Perchè? I motivi sono molteplici:
- Il ritardo nel “lockdown” ha accumulato maggiori contagi evitabili rispetto alla Cina. Ciò ha determinato proporzionalmente più ricoveri e più decessi rispetto alla Cina anche successivamente alle misure restrittive.
- Le caratteristiche demografiche della popolazione italiana sono diverse: etá media più elevata, quindi più decessi a causa di popolazione più anziana
- Quarantena meno efficace rispetto alla Cina. L’Italia non ha veramente chiuso tutto (o quasi tutto) fino al 18 marzo. Ma in ogni caso la quarantena nella regione dello Hubei era assai più severa. In Cina non vi “elevano una contravvenzione” in caso di violazione delle disposizioni del Governo Centrale. In Cina vi possono “elevare” un manganello sopra la testa e trascinarvi nel posto di Polizia. In Cina vi sono 200 milioni di telecamere, siete tracciati tramite una app che dovete scaricare obbligatoriamente sul cellulare. E se cacate il cane più di due volte al giorno, alla terza volta state certi che la Polizia ha giá schedato voi, il cane e tutta la vostra famiglia. Inoltre se ai cinesi vien detto di fare una cosa loro la fanno, senza discutere. Insomma, quando ti sparano perchè cerchi di oltrepassare il confine della cittá di Wuhan capisci che in Cina la quarantena è diciamo, più …. cogente
- A scopo esemplificativo guardate questo video in cui una famiglia appena rientrata da Wuhan nella Città di Kunshan, appartenente alla provincia di Jiangsu, viene “gentilmente” accompagnata in un centro apposito per trascorrere la quarantena dopo essere stata fatta accomodare dentro un contenitore sopra un van del Servizio di Igiene Pubblica (?). Un posto molto pericoloso dove contagiarsi….
La valutazione del grafico dimostra che, invariabilmente, anche gli altri Paesi come USA, Spagna, Francia e Regno Unito non hanno imparato granchè dall’Italia. Gli Stati Uniti, in particolare, (linea rosa) dopo una prima fase (fino al 10° giorno della epidemia) in cui solo Seattle appariva con un numero di decessi rilevante presenta addirittura un “raddrizzamento” della linea arrivando a sovrapporsi al tempo di raddoppio pari a 3 giorni.
Vedremo successivamente quali sono state le politiche dei Paesi europei e degli USA.
Per ora basti valutare le “stelline”. Avete notato che quella dell’Italia, tra i Paesi europei, è quella che si colloca più lontana dal tempo zero?
Perchè aspettare al 15° giorno dall’epidemia per bloccare (quasi) tutto? Perchè aspettare 800 decessi con tempi di raddoppio stabilmente sulle 48 ore?
Ai posteri l’ardua sentenza.
(….segue)
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